Ho imparato una parola nuova: ora so cosa vuol dire "Avatar". Anche il cinema svolge spesso la funzione di accrescere la cultura personale in sfere non di mio particolare interesse. Curiosa e un po' diffidente, seguendo la massa nella corsa al biglietto per il cinema -visto che a quanto pare vedere Avatar nel primo week end di programmazione era ritenuto indispensabile e necessario- ieri sera sono andata al cinema. Mi sono divertita molto ad essere dentro al turbinio di persone attratte e desiderose di avere la possibilità di sedersi sulle comode poltrone del Warner Village, indossando occhialetti simili a Ray-ban retrò e mi sono lasciata trasportare dal chiacchiericcio e dall'eccitazione. Eccellente macchina organizzativa, tutto ciò che sta dietro alla macchina da presa, ha tenuto testa a ciò che è stato davanti. Bersaglio colpito. Il bersaglio eravamo noi, "la massa" e le armi pubblicitarie non si sono risparmiate; non era poi così difficile colpirci perchè noi, massa, ci prestiamo bene, spesso e volentieri non abbiamo nemmeno granchè voglia di difenderci. Abbiamo le nostre ragioni, paghiamo e ci compriamo ciò che ci piace e ci diverte.. E Avatar... eccome se mi è piaciuto! Un capolavoro tecnologico, una cura millesimale di ogni effetto, di ogni dettaglio, un mondo incantato che il 3D rendeva sorprendentemente reale. Mi è venuta voglia di correre nella foresta saltellando qua e là per vedere il muschio illuminarsi sotto ai miei piedi, ho sognato di avere un drago volante come mezzo di trasporto, anzichè una banale automobile e ho persino provato ad immaginare come sarebbe avere una coda. La trovo tremendamente sexy! I colori, gli alberi che tutti noi sognavamo avere da bambini per poterci arrampicare, le montagne volanti con le cascate che si perdono nel cielo, gli enormi e trendissimi rinoceronti con piume azzurre e viola sul capo... una celebrazione della fantasia, dei colori e della bellezza delle forme.
La storia... Prevedibile e piuttosto banale. Il solito buoni contro cattivi, contornato dalla più classica delle storie d'amore, con la vittoria dignitosa e leale dei buoni. Solo che stavolta i buoni sono gli alieni, i Navii. Qui l'unico punto dolente, a mio parere. Se qualcuno per caso non fosse già abbastanza cosciente della miserabilità del genere umano, della stupidità, dell'ignoranza che lo contraddistingue, dell'egoismo e della crudeltà di cui è capace, James Cameron ci ha fatto un bel pro memoria. Solo mi chiedo: non sarà stato un po' troppo severo con noi "poveri" umani? Forse ha solo capito che per insana perversione, un po' ci piace essere trattati male. A consolarci non restano che le metafore. Questi Navii sono più simili agli umani di quanto possano sembrare: il loro capo, è colui che ha il volatile/drago volante più grosso. Dove l'ho già sentita questa?!? Mumble mumble...
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