giovedì 11 febbraio 2010

Il ritorno dei Dr Martens

Si dice stiano per fare il grande ritorno ma c'è chi sostiene non se ne siano mai andati. La mia sensazione è che un must, diventato tale, lo rimanga per sempre ma che erano spariti, nostalgici esclusi, è un dato di fatto.Must per me lo erano veramente, al liceo! Erano le scarpe più diffuse della scuola, chi non aveva ai piedi questi combat boots finiva sotto la categoria "sfigata" a meno che non corresse ai ripari con le uniche valide alternative approvate dal silenzioso consiglio, formato da adolescenti crudeli e impietosi, ossia walker o oxes.Io stessa li ho indossati comodamente in autunno e in inverno per molti anni, un po' meno comodamente in primavera e sono persino arrivata a calzarli qualche sera in estate, ahimè, da brava "truzza". In fondo lo eravamo un po' tutte a quell'età.La mia premonizione non ha nulla di paranormale, nasce dal fatto che da un paio d'anni le vetrine dei negozi newyorkesi creati ad uso e consumo dei turisti europei, ne sono pieni ed esperienza mi insegna che loro ci vedono lungo. Così è stato infatti per UGG, Hunter e Timberland. Curioso come riescano a vedere ben prima di noi le scarpe che vorremmo andare a comprare oltreoceano sfruttando il dollaro così favorevole! Sono proprio bravi "sti americani".Morale, mi sono preparata a riaverli nella mia stanza delle scarpe. Marroni, comprati 15 anni fa dal mio fidanzato in Scozia, praticamente nuovi e di una misura troppo piccola per lui ormai, me li ha gentilmente donati. Non che avesse altra scelta!Tornare ad indossarli è stato un tuffo nel passato. Grazie allo stupore per la pesantezza alla quale non ero davvero più abituata, ora ho capito perchè noi ex adolescenti camminavamo facendo strisciare i piedi in quel modo pigro che faceva innervosire così tanto i nostri genitori. Per forza, è come camminare con le cavigliere da palestra ai piedi!Sono grossi e sicuramente l'eleganza è un'altra cosa ma l'effetto non è diverso da quello creato dagli UGG, nulla che può turbare. Mi piace portarli perchè ancora le strade non ne sono piene, mi sento altissima perchè regalano ben 5 cm di statura senza chiedere dolore in cambio, e soprattutto sono comodissimi in questo lungo inverno perchè non bagnano a differenza degli UGG e sono caldi a differenza degli Hunter. Insieme agli stivali over the knee entrano per me di diritto tra le rivelazioni modaiole di questo inverno 2009/2010. A chi mi dice che non ho più l'età per indossarli rispondo che almeno non ho nemmeno l'età per mettermi ai piedi tristissime Hogan! La mia ultima teoria è che le scarpe riflettano l'età interiore che abbiamo, provare per credere!

lunedì 18 gennaio 2010

Avatar

Ho imparato una parola nuova: ora so cosa vuol dire "Avatar". Anche il cinema svolge spesso la funzione di accrescere la cultura personale in sfere non di mio particolare interesse. Curiosa e un po' diffidente, seguendo la massa nella corsa al biglietto per il cinema -visto che a quanto pare vedere Avatar nel primo week end di programmazione era ritenuto indispensabile e necessario- ieri sera sono andata al cinema. Mi sono divertita molto ad essere dentro al turbinio di persone attratte e desiderose di avere la possibilità di sedersi sulle comode poltrone del Warner Village, indossando occhialetti simili a Ray-ban retrò e mi sono lasciata trasportare dal chiacchiericcio e dall'eccitazione. Eccellente macchina organizzativa, tutto ciò che sta dietro alla macchina da presa, ha tenuto testa a ciò che è stato davanti. Bersaglio colpito. Il bersaglio eravamo noi, "la massa" e le armi pubblicitarie non si sono risparmiate; non era poi così difficile colpirci perchè noi, massa, ci prestiamo bene, spesso e volentieri non abbiamo nemmeno granchè voglia di difenderci. Abbiamo le nostre ragioni, paghiamo e ci compriamo ciò che ci piace e ci diverte.. E Avatar... eccome se mi è piaciuto! Un capolavoro tecnologico, una cura millesimale di ogni effetto, di ogni dettaglio, un mondo incantato che il 3D rendeva sorprendentemente reale. Mi è venuta voglia di correre nella foresta saltellando qua e là per vedere il muschio illuminarsi sotto ai miei piedi, ho sognato di avere un drago volante come mezzo di trasporto, anzichè una banale automobile e ho persino provato ad immaginare come sarebbe avere una coda. La trovo tremendamente sexy! I colori, gli alberi che tutti noi sognavamo avere da bambini per poterci arrampicare, le montagne volanti con le cascate che si perdono nel cielo, gli enormi e trendissimi rinoceronti con piume azzurre e viola sul capo... una celebrazione della fantasia, dei colori e della bellezza delle forme.
La storia... Prevedibile e piuttosto banale. Il solito buoni contro cattivi, contornato dalla più classica delle storie d'amore, con la vittoria dignitosa e leale dei buoni. Solo che stavolta i buoni sono gli alieni, i Navii. Qui l'unico punto dolente, a mio parere. Se qualcuno per caso non fosse già abbastanza cosciente della miserabilità del genere umano, della stupidità, dell'ignoranza che lo contraddistingue, dell'egoismo e della crudeltà di cui è capace, James Cameron ci ha fatto un bel pro memoria. Solo mi chiedo: non sarà stato un po' troppo severo con noi "poveri" umani? Forse ha solo capito che per insana perversione, un po' ci piace essere trattati male. A consolarci non restano che le metafore. Questi Navii sono più simili agli umani di quanto possano sembrare: il loro capo, è colui che ha il volatile/drago volante più grosso. Dove l'ho già sentita questa?!? Mumble mumble...

giovedì 29 ottobre 2009

Cerchietto per capelli

Biancaneve, Alice nel paese delle meraviglie e tante altre loro amiche, protagoniste di cartoni animati giapponesi poi occidentalizzati, ne facevano grande uso.
Noi stesse, in quanto frequentanti delle scuole elementari e medie, ne avevamo i cassetti pieni, nelle nostre adorabili camerette rosa. I miei preferiti erano quelli di Camomilla, dalle fantasie delicate e floreali. Mi accorgo solo adesso che già all'epoca ero sensibile al fascino dei brand. Davvero incredibile, anzi forse tutto partì proprio da lì, dai cerchietti di Camomilla che collezionavo! Mi viene da rabbrividire di fronte alla rassegnata superficialità delle mie scelte. Pazienza, ormai è andata così e non mi resta che divertirmi con le mie futili fissazioni di breve durata.
A fare la differenza c'è solo che oggi rifletto. Cedo alle tentazioni affascinata come prima, come da bambina, ma poi penso al perchè delle mie nuove manie e di fronte alla superficiale banalità che a volte le giustifica, decido che mi sta bene così. Altre volte invece mi compiaccio e mi sopporto, altre volte ancora mi diverto.
Qualche giorno fa ero in profumeria per comprare un regalo per un'amica e... BAM. Mi sono imbattuta in uno scaffale pieno di cerchietti per capelli. Ne ho dovuti comprare 2. Uno un po' più largo e uno sottilissimo che manco si vede e si confonde tra i capelli. Ma... perchè?
Cerchietto per capelli: accessorio che ci fa sentire bambine o visto che bambine non siamo più, un po' ingenue. Fa da contorno ad uno stile bon ton - brava ragazza, fa a pugni con felpe e jeans. I potenti della moda lo hanno rilanciato da qualche anno a dire il vero, ma a volte ho un metabilismo lento e ci metto un po' a recepire.
Il mistero si fa fitto: perchè una non più bambina, non più adolescente, si presta a comprare non uno, ma ben due cerchietti per capelli?
Cosa nasconde la voglia di avere accessori utili allo stile "ragazza della porta accanto"?
Nasconde il complesso riassunto dell'universo femminile in evoluzione, la soddisfazione per essere diventate ciò che siamo, la capacità di non prendersi mai troppo sul serio, ricordando che un po' bambine, le restiamo per sempre. Nasconde la voglia di mostrarci come brave ragazze educate e a posto, ben pettinate, dai capelli lisci o leggermente mossi e dalle mani curate. Ragazze con testa sulle spalle e cerchietto sulla testa. Giovani donne normali e consapevoli, dall'inconscio sfrenato. Perfette dottoresse Jeckyll con Mrs Hide nascosta dietro ad un cerchietto. Ebbene sì, il cerchietto da adulte non è altro che paradossale espressione di trasgressione e sfida. Indossiamo un normale cerchietto, ma lo abbiniamo anche solo con la mente, al rossetto rosso lacca! Sorridiamo furbette nel confondere e nel lasciare scie di misterioso profumo francese, dolcemente avvelenato quanto superbo. Soprattutto... ci divertiamo da morire!
Credo strizzerò l'occhio virtualmente a tutte le trentenni con cerchietto che incontrerò per strada!


domenica 25 ottobre 2009

Il blu e il nero

Sono turbata, non certo per fede calcistica perchè la cosa mi lascia completamente indifferente.
Il luogo comune è che blu e nero non fanno un buon matrimonio: io stessa tendo a non indossarli mai insieme, uniformandomi alla condotta generalmente consigliata. Ho sempre reagito storcendo il naso all'idea ma non so se ho sempre evitato l'accostamento per seguire l'educazione ricevuta, o per mio autonomo pensiero. Difficile scindere.
Non è che quando ci vestiamo siamo perennemente paladine di un pensiero incondizionato, abbiniamo per gusto, comodità, occasioni, sentimento e anche seguendo ciò che ci è stato insegnato da bambine. La moda, la pubblicità, le stesse vetrine che non ci rendiamo nemmeno conto di guardare, ci condizionano inevitabilmente e tutto quello che compriamo, abbiniamo, indossiamo, non è che la conseguenza dell'elaborazione di milioni di immagini incamerate a nostra insaputa. Tesi di tanti, non dico proprio nulla di nuovo. Quando però si tratta di blu e nero... tabù. Mi rendo conto di conoscere davvero poche persone che indossano questi due colori insieme con disinvoltura. Lo fanno solo le persone che hanno conflitti cromatici irrisolti in generale e quindi non fanno testo.
La realtà è che ora che ci penso bene... se decido di scrollarmi di dosso il cerchio di Itten, cosa che potrebbe essere divertente una volta tanto, se penso sia ora di ragionare con i miei occhi e non con quelli di mia madre, se provo anche a liberarmi della paura di sembrare un prete... non c'è alcuna ragione perchè blu e nero non stiano bene insieme! Esistono un milione di tonalità di blu e una sola di nero. E' già un prezioso aiuto. Mi confonde il fatto esista il colore blu notte quando se guardo il cielo anche nella notte più stellata lo trovo inequivocabilmente nero. Pazienza, accetto questo mistero cromatico e provo ad andare oltre: le regole annoiano, voglio superare questo limite, "No al blu con il nero" mi suona come un veto. Voglio iniziare a valutare caso per caso, senza inibizioni, senza forzature, senza pregiudizi scontati.
Blu: colore da brava ragazza, morbido, rassicurante, raffinato.
Nero: colore sexy per eccellenza, forte, misterioso, affascinante.
Se è vero che gli opposti si attraggono non vedo come ci si possa alzare per dire come Qualcuno scrisse: "Questo matrimonio non s'ha da fare". Di certo erano innamorati.
Forse non siamo ancora pronti a vedere e ad accettare questa unione, forse non sarà mai un buon matrimonio e forse non arriverà nemmeno ad essere un fidanzamento però... Per quanto mi riguarda proverò a lasciare che il nero offra un caffè al blu, come prima uscita mi sembra cauta a sufficienza, si conosceranno meglio e poi... Se sono rose (blu) fioriranno.

sabato 17 ottobre 2009

Donne UGG sotto zero

E' arrivato il freddo.
Lati positivi:
- UGG e stivali di altra svariata natura;
- Sciarpone e mantelline di lana;
- Cappottini deliziosamente retrò;
- Cappellini di feltro, cuffie griffate e non;
- Calze coprenti e possibilità conseguente di gonne più corte;
- Guanti scamosciati di colori shocking;
- Serate DVD in casa, coccole e pannetto sul divano;
- Cioccolata a gogo perchè con il freddo, bruciamo automaticamente più calorie;
- Niente più sensi di colpa per non essere andate a correre con la bella giornata che c'era;
- Meno aperitivi all'aperto e più cinema.
Lati negativi:
- Freddo anche con lana addosso;
- Piedi gelati nonostante le calde alternative che la moda offre;
- Lacrimazione spietata e conseguente disastro del trucco appena posizionato;
- Naso arrossato e screpolato;
- Mani da tenere costantemente idratate e protette;
- Accensione dei riscaldamenti e bollette da capogiro in arrivo;
- Meno aperitivi all'aperto e più cinema.
Vincono i lati positivi. L'inverno offre allo stile tante possibilità in più: il popolo femminile infreddolito, non appena la temperatura scende, ha sicuramente più cose da mettersi addosso, anche in ordine sparso, quindi è automaticamente più contento. Siamo tremendamente ingorde, inutile negare l'evidenza!
A portarci il buon umore in inverno però sono soprattutto le alte e affascinanti calzature che catturano la nostra attenzione in tutte le vetrine e che millantano di farci sembrare tutte valchirie dalla lunga e irresistibile falcata.
Da ormai qualche anno però spopolano gli UGG sbarcati dalla lontana Australia. Caldi, comodi, morbidi, a vederli sono tutto tranne che sexy. Eppure... ci siamo riuscite! Abbinati al vestitino corto il giusto, alla calza coprente, al jeans stretto, li indossiamo sentendoci persino attraenti. Era una bella sfida che abbiamo colto e vinto. Poco importa se gli uomini continuano a preferire lo stiletto, rispondiamo loro che sono antichi, ci infiliamo comodamente i nostri UGG e forti della sicurezza che ci donano, siamo sexy lo stesso. Perchè ci piacciono tanto? Forse mi ripeto, è un po' come per i jeans. Ci fanno sentire sportive, comode, a nostro agio e trendy. Sono grossi, ci fanno un piedone paffuto e automaticamente le gambe, anche quelle più tornite, appaiono snelle per il contrasto. Se poi abbiamo tanto coraggio da indossarli a gamba nuda, dopo una lampada, sfidando la temperatura ostile, l'effetto è assicurato, così come il raffreddore!
Certo è che dobbiamo riconoscere che siamo state brave a trasformarli addirittura in un accessorio sexy ma dopotutto... Viviamo in un paese a forma di stivale, siamo tenute per nazionalismo ad esplorare la materia ed a scoprirne le potenzialità più nascoste!






venerdì 2 ottobre 2009

Agli uomini non piacciono le borse

Siamo pazze di loro. Facciamo follie, o veri e propri investimenti, dipende dai punti di vista.
Visitiamo ciclicamente siti e aste on line, alcune di noi sono più attive di altre e lasciano commenti e descrizioni su forum femminili.. E' un dato di fatto noi donne guardiamo, desideriamo e amiamo le borse.
Borse a mano, a spalla, shopper, pochette, Louis Vuitton, Gucci, Prada, Miu Miu, Balenciaga, la scelta è vasta.
C'è chi si affeziona ad un brand e giurando fedeltà, continua a comprare modelli diversi con impresso lo stesso logo, chi invece colleziona esemplari di maison differenti. In comune ci sono sempre le cifre folli e poco cambia. Mille le giustificazioni che uccidono all'istante ogni senso di colpa. La più frequente è senz'altro che una borsa di lusso è per sempre e non passa mai di moda. L'ammortamento della spesa, a conti fatti, può durare decenni e non solo una stagione, come per le borse modaiole senza nome, e quindi alla fine ci si convince che è addirittura un risparmio.
Mi sento ovviamente parte del fenomeno. Non sono una spettatrice esterna ma anche io, attrice sul palco. Più volte mi sono chiesta perchè le borse sono il mio accessorio preferito e perchè è proprio l'unico dettaglio per il quale mi sento di spendere molto più di quanto dovrei. Mistero? Un po' sì. Soprattutto alla luce del fatto che mi ritengo persona abbastanza equilibrata in fatto di spese e moda. Non credo di aver ancora trovato la ragione vera di questa passione ma come ogni amore che si rispetti ha una parte totalmente irrazionale che va presa e vissuta. E' una passione che chiede vita e non può essere esaminata al microspoio, perderebbe subito fascino come tutti i misteri che vengono svelati.
Di curioso c'è però che per il sesso forte la nostra passione per le borse è assurda, incomprensibile e priva del minimo interesse. Gli uomini non capiscono, non spenderebbero mai tanto per un accessorio, non vedono cosa c'è di diverso dalle altre e si limitano a chiedere: "E' pelle vera?" Peggio quando esprimiamo il nostro desiderio di voler comprare un'altra borsa dicono: "Ma non l'avevi già di quella marca?" Come se fossero tutte uguali!!
Prima regola: non parlare mai di borse ad un uomo. Non solo non dà soddisfazione ma sono in grado di smontare i nostri sogni e per questo farci innervosire all'istante.
Non possiamo non riflettere sul fatto che la cosa è anomala... Noi vogliamo sempre essere belle, magre, morbide, perfette per piacere sì a noi stesse, ma soprattutto a loro -ammettiamolo- amiamo essere guardate, ammirate, apprezzate, chi dice il contrario, mente. Però in fatto di borse, pur sapendo che ai loro occhi sono inesistenti, spendiamo capitali infischiandocene del loro parere!
Sarà per questo che ai maschietti viene l'orticaria quando si parla di borsette?
La luxury bag è l'icona femminista del nuovo millenio. Nel '68 le donne sventolavano reggiseni in fiamme, oggi circolano con borse da capogiro. L'evoluzione della specie: oggi siamo molto più eleganti!

mercoledì 9 settembre 2009

Il Fact Totum aziendale

L'altra mattina ho portato a lavare la macchina del mio capo. Mi sta simpatico e questa è l'unica vera ragione per la quale non mi è affatto pesato, nonostante non sia certo compito mio. In ogni azienda si aggira una enigmatica figura: il tuttofare che sbriga commissioni, ritira la posta, si occupa della cura e del decoro delle ammiraglie dirigenziali, cose così. Azienda che vai, fact totum che trovi. La cosa singolare è che sono tutti incredibilmente anche fac-simili: poco gentili, un po' arroganti, mai disponibili, più impegnati dell' amministratore delegato. A pensarci bene la cosa non fa una grinza visto che la loro stessa denominazione rimanda al fatto che "fanno tutto"! Peccato solo che non li si veda mai trafelati, hanno il passo di un bradipo, lo sguardo sempre un po' annoiato, si fermano ore a parlare di calciomercato col primo che passa, a una qualsiasi richiesta mattutina ti rispondono "no, ora no, vado in pausa pranzo" e quando guardo l'orologio mi accorgo con sgomento che segna le 11.45". Ma riuscire ad avanzare una qualsiasi richiesta è già un successo perchè uno può pensare che tempo 48-72 ore potrà essere portata a compimento. In realtà trovarli è l'impresa più impossibile, si smaterializzano continuamente! Come si fa a diventare fact totum? Si fa un corso dal mago Silvan per imparare a sparire? Si deve avere una vita precedente come camaleonte? Di sicuro avere problemi all'udito deve per forza essere un punto a favore durante il colloquio perchè il telefono non lo sentono mai.
Ma soprattutto perchè non ho mai preso in consideraizone una carriera come fact totum? Devo pensarci.
Morale, dopo queste piccole riflessioni, mi sono messa alla guida di una super auto con cambio automatico - la cosa mi rende molto fiera considerata la mia scarsa affinità con le ruote- ho percorso 500 metri fino all'autolavaggio e tornando verso l'ufficio mi sono regalata una bella passeggiata in piena mattina, al sole caldo di Settembre, amabilmente accompagnato da un'arietta frizzantina che il solo sentirla correre sulla faccia ha avuto l'effetto di una maschera decongestionante.
Questione di punti di vista, avere una buona scorta di autoironia non risolve ma... Aiuta!